martedì 13 ottobre 2015

Expo Milano 2015? No grazie!

 Ecco.

Volevo andarci e vedere alcuni stand in particolare. Ne avevo letto molto. Ero curiosa.

E alla fine ci sono andata. Una delusione.

Forse mi aspettavo qualcosa di diverso.

Devo dire che l'organizzazione c'era. I posti dove rifornirti d'acqua erano molti, il personale a cui chiedere informazioni sempre presente e pronto, il personale per le pulizie efficiente. Su questo nienteda dire.


 

Ma iniziamo con ordine.

Telefoniamo all'Expo per prenotare la nostra visita. Ci viene detto che andando durante la settimana non era necesario prenotare e di andare quando volevamo.

Primo indizio che qualcosa sarebbe andato storto che noi non abbiamo colto.







Così si presentava appena entrati, poca gente e una bellisisma e calda giornata di ottobre. Io che soffro molto il freddo, nel pomeriggio ero a maniche corte.










Nel giorno deciso arriviamo all'expo. Un'oretta di coda e già pensiamo "Be', niente male, dicevano due ore e passa e invece ce la siamo cavata bene."

 Il primo padiglione che incontriamo è quello delTurkmenistan. Perché no, andiamolo a vedere.









Padiglione del Turkmenistan










 Coda veloce, bel padiglione.

Poi decidiamo di andare al padiglione del Giappone, quello che io volevo vedere in particolare.
Raggiungiamo l'inizio della coda e circa un minuto dopo ci viene detto che il tempo per smaltire quella coda sarebbe stato di sei ore. Dico... SEI ORE???? MA NON SCHERZIAMO!!!

Decidiamo di provare altrove, in fondo sono soltanto le 11.

Proviamo il padiglione del Kazakistan, altro favorito. Risultato? Coda di 4 ore. No grazie, proviamo da un'altra parte.

Tentiamo altri padiglioni, ma le code sono tutte di tre ore almeno. Gli Emirati? Altre tre ore e mezza.

Il nostro umore ormai è già ridotto ai minimi termini.

In definitiva non siamo riusciti avedere nessuno dei cinque padiglioni che volevamo vedere e abbiamo girato per quelli minori.






Questo bellisimo effetto specchio del padiglione della Russia mostra la "piccola" coda che c'era per entrare













Ora, io non dico che non ci debbano essere code, ma se fate due calcoli e avessimo deciso di fare quelle code avremmo passato 6 ore (4 la seconda volta che abbiamo tentato) in coda per il Giappone, calcolando che servono 50 minuti per visitarlo aggiungiamo quei 50 minuti alle sei ore. Mettiamo 7 ore in tutto (e non è poco). Più altre tre per un qualsiasi altro stand, e avremmo finito la nostra visita per la giornata.

Decisamente impossibile. Non è una cosa logica che ci siano code del genere. Forse se avesse funzionato la prenotazione e ci fosse stata MENO GENTE, la visita sarebbe stata più piacevole e fattibile.












 Padiglioni della Cina edella Colombia. Non chiediamoci cosa offrivano in Colombia...






 Avevo letto un articolo di un giornalista che diceva che si riescono a visitare 10 padiglioni. Ora... sono pienamente d'acordo SE visiti un qualsiasi padiglione dove le code sono di un'ora circa, anche due, ma di più non direi proprio che sia fattibile.




Lui forse ci è riuscito, in quanto giornalista con il pass e non facendo code. Allora ci credo che ce l'ha fatta...

Inoltre ovunque ci si gira per provare a mangiare in qualche ristorante dei padiglioni si viene assaliti dallo sconforto.






Padiglione del Vietnam, con spettacolo di danza, dove quasi tutti abbiamo ceduto e comperato il cappellino di paglia.

Ogni cosa costa un po' troppo.... per fortuna al padiglione americano dello street food c'era un'insalatina con salmone che aveva un prezzo normale. Io ho preso quella e gli altri un hamburger. Di quelli grossi, tipicamente americani.

E per merenda, un po' tarda dato che erano ormai le sei, patatine fritte allo street food olandese.

Belle calde e davvero croccanti.

Certo non fa molto esotico ma trovarle ben fatte è sempre una rarità.
 





Albero della vita. Non si vede molto ma uscivano bolle di sapone












 Peccato non esser riusciti a visitare nemmeno la Cina o la Russia.

Subito dopo abbiamo letterlamente corso per prendere il treno (saliti giusto in tempo) e tornare a casa coi piedi piatti e ridotte come se avessimo preso chissà quale droga.

Persino il controllore ci ha guardate male e ha preferito evitare di chiederci il biglietto.




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